La vita oltre la vita

Copertina Mariella

Chi scrive liriche come Mariella Cuoccio, sa che il cammino della luce è lastricato di dolori e rinunce, ma pure di gioie e sorrisi. Ed è sempre a doppio senso di marcia.

Spieghiamo. Il sole non è solo quell’astro che dona invitto il primo vagito al giorno o pencola glorioso sul mondo a mezzodì o, ancora, malinconico incendia l’orizzonte al tramonto.

No, il sole non è solo questo. È una cascata luminosa che cala dal cielo ed entra unicamente in quel cuore, che sia aperto ad accogliere questa meraviglia fulgente. Scocca, poi, la scintilla con la favilla che ognuno di noi ha dentro, qualcosa di simile al daimon socratico o al duende lorchiano, e prosegue il viaggio esplodendo al di fuori, dilagando sovra tutto quel che sfiora.

Sì, insomma, è girasole che lento e disperato si volge nell’aria in cerca di Lei. È struggente Orfeo che del suo sogno d’amore – Euridice – si muore.
Questo, in pratica, accade a Mariella, quando decide di mettere per iscritto i più segreti palpiti del suo cuore: muove da un bagliore per offrire lucore.
Così, nei suoi componimenti, quivi tuti introdotti da preziosi pensieri in prosa, finisce per rotolarci inesorabile la vita tutta, con i silenzi dell’anima, con le cicatrici dei ricordi, con l’amore infinito dei genitori, con la nostalgia per i nonni, con i sogni dolcissimi di un bimbo appena nato, con le istantanee catturanti delle città visitate e vissute, con i ritratti fascinosi dei personaggi ammirati se non amati – come capita per Santa Chiara e San Francesco, ma pure per l’impareggiabile Alessio Tavecchio.
Questo prosimetro colmo di entusiasmo riecheggia il Dante della Vita nova e credo senza alcun impegno magniloquente e superbo dell’autrice, piuttosto per far intendere che è un piccolo canzoniere della propria esistenza. Che, spesso, è lo specchio dei giorni di tutta l’umanità, specie quando l’ispirazione si fa autentica.
E, dunque, recuperiamo un paio di parole chiave per definire nel dettaglio la lirica di Mariella.
Autentica. Già, perché una poesia non dev’essere bella o stupefacente, a noi basta che sia autentica, cioè che custodisca dentro lo scrigno della verità del dettato l’identità verace dell’io poetante. Solo allora avremo la certezza che i poeti non ci inganneranno platonicamente, ma saranno le nostre sentinelle, addirittura.
Entusiasmo, altra parola chiave. È indiamento creativo, slancio verso l’alto, tensione verso la verticalità, dacché serba già nell’etimo il termine greco thèos, e adombra un indiscutibile legame col cielo. Che scriviamo rigorosamente con la minuscola, perché, ci fa sapere la poetessa, non è detto che tutti siano credenti per capire il senso della vita, è sufficiente che si sentano parte integrante di un progetto più alto, al quale si può approdare solo se si accetta d’essere creatura immersa nel creato, figlio della Natura, spirito smarrito nello spirito del Mondo, animella perduta felicemente in un giro di destini che mai finirà.
Tutto qui.
Questo è il segreto, semplice e complicatissimo, che ognuno serba dentro di sé.
In una parola, potremmo affermare che il vero protagonista di questa raccolta sia l’amore.
Un afflato invisibile e imperioso, che esonda nell’orbe terracqueo nel quale viviamo e che materia saldamente il sentire di chi ha il coraggio di vivere senza indossare alcuna machera. Come Mariella Cuoccio.
Tuttavia, presto un sospetto si fa strada inquietante. E se il cammino del sole s’infrangesse tragicamente contro quel muro d’ombra, che segna la differenza tra l’aldiqua e l’aldilà, tra il tutto e il nulla, tra la luce e il buio?
Tutto è destinato a finire quaggiù, dunque?
Superato un breve timore, leggiamo i versi di Mariella e vi troviamo la risposta illuminante.
Se nel cielo del cuore avremo una stella per ogni persona cara che è volata via non saremo mai soli…

Mario Sicolo

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